Parola d'ordine: Comunicare



In questi giorni la comunicazione  è alla base di tutto. 
Abbiamo sempre avuto il bisogno primario di comunicare attraverso la parola ad esempio e indipendentemente dal fatto che questa fosse scritta o orale; attraverso la musica, l'arte, il teatro, con cartelli pubblicitari, con il tatto, quanto ci manca comunicare con il tatto vero?
E allora in questi giorni che cosa abbiamo fatto? Abbiamo "aperto le gabbie", ora non voletemene a male per aver usato questo paragone, 
siamo pur sempre animali, con una capacità di ragionamento, ma l'istinto per quanto domato, malandato e poco utilizzato è rimasto. 

Quindi abbiamo iniziato una comunicazione compulsiva di informazioni, a volte giuste, altre sbagliate, a volte anche false, ci abbiamo messo dentro tutta l'emotività che non potevamo esprimere fisicamente e l'abbiamo data in pasto al mondo, alcuni ci hanno detto "hai ragione" altri ci hanno detto "ma stai sbagliando tutto", insomma ognuno ha espresso e continua ad esprimere la sua opinione, il suo pensiero. 

Perché se non possiamo incontrarci, allora possiamo sentirci al telefono, vederci in video chiamata, possiamo fare video in cui parliamo della qualunque, con competenza o meno, perché anche se non possiamo uscire di casa siamo liberi di esprimere il nostro pensiero come meglio crede ciascuno di noi, e possiamo perseguire qualunque tentativo che riesca ad allontanare da dentro di noi il senso di quella distanza fisica che ci fa soffrire. 

In questi giorni ho visto dissertazioni sull'importanza di una comunicazione sana, e che sia sopra ogni cosa responsabile. 
Questa attenzione non l'ho trovata solo da parte delle istituzioni(di quelle vere, non dei finti pagliacci) ma l'ho ritrovata anche in tutti quelli che come me, con la comunicazione ci vivono, ed hanno ragione. 
Io stessa mi metto nella lista delle persone che comunicano con confusione, specialmente adesso, mi rendo conto che la mia comunicazione è troppo emotiva, di pancia...già prima lo era, ed ora mi sembra tutto amplificato e mi rendo conto di quante comunicazioni poco chiare invio a chi mi sta intorno, ci provo, sto facendo del mio meglio, ma  non è semplice. 
Ci viene chiesto di sperimentare atteggiamenti positivi, di cura e conforto anche a distanza, specialmente per chi in questo momento si trova da solo, o per chi in casa non vive situazioni di serenità, ed anche lì tutto va dosato con il contagocce, con un'attenzione chirurgica, perché non sappiamo veramente cosa stia vivendo l'altro non solo dentro casa sua, ma anche dentro di sé. 

Fare attenzione a cosa comunichiamo, al modo in cui lo facciamo, non solo online ma anche in famiglia, provare a disinnescare una lite domestica per problematiche futili, prendersi cura anche con un messaggio delle persone a cui vogliamo bene è il meglio che possiamo fare, e possiamo farlo anche a distanza. 

Vedo tanta mala informazione, allarmismo e preoccupazione, ma vedo anche tanti sorrisi, tanta speranza nonostante tutto. 
Vedo il coraggio di chi resiste, vedo la bellezza di chi cerca di esserci nonostante tutto. 

Comunicare alla fine è quello che in questo momento abbiamo di più importante, e mi chiedo perché non ci si impegni più spesso a parlare d'amore. 
Parlare d'amore o con amore non costa denaro, ma costa sicuramente cura e dedizione, eppure riporta sempre indietro il doppio di ciò che viene donato. 

Commenti

Post più popolari